“Il problema dell’imparare a essere genitori è che i maestri sono i figli” Robert Braul.
Abbiamo deciso di affrontare una tematica comune a ciascun genitore, avvertita nell’esatto istante in cui è diventato tale. “E ora, cosa devo fare? Chi può insegnarmi come essere genitore? Qual è il bravo genitore?
La prima cosa da dire a tutti i genitori al mondo è: rincuoratevi. Non siete soli e no, non è facile essere genitore. Spesso ci si sente giudicati dagli altri, persino sconosciuti, quando non si riesce a capire la necessità del proprio piccolo, ci si imbarazza per i piagnistei o per le urla che il bambino tira, ma è fondamentale capire che l’infanzia è caratterizzata proprio dal non saper esprimere correttamente, da parte del bambino, le proprie esigenze e frustrazioni. Il bambino sta imparando molte cose di sé, a sentirsi, a confrontarsi con il proprio corpo, le proprie emozioni, le intenzioni, gli insuccessi e i limiti, senza poterli spiegare a chi potrebbe aiutarli, cioè tu mamma, tu papà.
Non è facile nemmeno per loro ma non demordono. E nella determinazione crescono. E così deve fare il genitore, non demordere nel suo ruolo, non arrendersi. Perché il genitore cresce insieme al suo bambino, l’uno forma l’altro, vicendevolmente, ed è un viaggio ricco di emozioni e colpi di scena. Il verbo educare deriva dal latino tirare fuori, ecco che il compito del genitore è quello di conoscere la vera essenza del proprio bambino.
Essere genitore non significa impartire regole, limiti o punizioni ma essere un supporto per imparare a gestire gli impulsi disordinati, irrazionali, di esplorazione e padronanza nella loro prima infanzia. Crescendo il cervello aggiusta “il tiro” e ogni movimento e comportamento inizierà ad essere più “corretto” e tu come genitore diventerai meno necessario fisicamente ma sempre importante psicologicamente. Il tuo ruolo passerà da mettere in sicurezza il tuo bambino a insegnargli a vivere in sicurezza da solo, fino all’età adulta.
Non c’è da nascondere che è necessaria tantissima pazienza, i bambini crescono e col crescere impareranno a seguire le regole della società. Non sentirti avvilito o incapace, non stai sbagliando, semplicemente i bambini sono così, una esplosione di energie che risulta a volte incontenibile. Non cercare di contenerla, accetta la realtà, non sempre i bambini fanno quello che desideriamo, ma riempiti l’animo di questa energia, presto saranno grandi e non te ne sarai accorto. Per non rimpiangere quel momento ricordati di superare l’aspetto superficiale del suo comportamento e portati a fondo nella comprensione, un bambino non fa i capricci, ne ha delle fissazioni.
LE REGOLE BASE
Le regole di base per educare nel rispetto possono essere, ad esempio, le seguenti:
- chiedere scusa quando si sbaglia e spiegare l’errore;
- non credersi più intelligente del bambino e infallibile, mostrare i propri limiti;
- ringraziare tuo figlio quando fa qualcosa per te o per gli altri;
- mantenere le promesse;
- ascoltare e prendere in considerazione la sua opinione (anche se ha 2 anni);
- ascoltarlo quando chiama, anche se interrompe una conversazione;
- quando siete in compagnia di altri bambini, non obbligarlo a fare cose con loro se non vuole;
- rispettare le sue decisioni, sempre dalle cose più piccole a quelle più grandi (es: se non vuole baciare i parenti non violare la sua volontà);
- riconoscere emotivamente e socialmente i suoi traguardi (non attraverso premi materiali)
- non punirlo, analizza la situazione e le conseguenze delle azioni insieme a lui, il bambino può apprendere la lezione anche da sé;
- aiutarlo nella verbalizzazione nell’esprimersi.
Non è un vademecum ma questi pochi suggerimenti possono servire a rendere più chiaro al neo-genitore cosa fare in determinati momenti, ricordando che, nelle situazioni più nere, andare per tentativi (cercando di non perdere la pazienza) è l’unica soluzione plausibile e non c’è nulla di male!