Introduzione alle forme di pedagogia con Giustina
Il mese in arrivo è sicuramente quello che più di tutti ci vedrà coinvolti in pranzi e cene di famiglia, quello in cui rivedremo parenti che abbiamo l’occasione di vedere solo durante le festività natalizie o, ancora, quello in cui anche noi adulti ci sentiamo “costretti” ad andare a far visita a determinate persone che solitamente non frequentiamo.
Certi incontri riescono ad essere imbarazzanti e non troppo piacevoli per noi adulti, figuriamoci per i nostri bambini.
Per educazione e rispetto, per quello che la società imporrebbe come tali, ci troviamo a chiedere ai nostri piccoli dei grandi sforzi che implicano la dimostrazione di affetto verso persone più o meno sconosciute: i parenti alla lontana, gli amici di famiglia, i figli degli amici, e via discorrendo.
Una lunga e straziante fila di baci e abbracci non sentiti, non voluti e non dovuti. E non è solo la forzatura della dimostrazione di affetto a terze persone l’argomento di questo articolo, un altro spiacevole accadimento è l’atto di ricevere un gesto intimo di affetto senza il benestare del bambino.
“Dai un bacio alla nonna prima di andare via”. “Abbraccia la zia, non essere scortese”. “Saluta bene la maestra che non la vedi per tanto tempo”. Ai bambini si chiede di sopportare di essere toccati ed essere a disposizione dell’affetto altrui. I bambini non hanno bisogno di essere baciati/abbracciati o di dare baci/abbracci, il fatto di essere più piccoli e “teneri” non significa che abbiano meno diritti in termini di tutela del proprio corpo e del proprio spazio personale.
Esattamente come noi adulti, anche i bambini hanno dei limiti fisici che non dovrebbero essere superati. Capita che i bimbi rifiutino categoricamente di baciare amici o parenti dietro richiesta dei genitori poiché l’azione racchiude in sé un significato profondo e condividerla con gente sconosciuta può essere un’invadenza. Il loro tentativo di svincolarsi va rispettato. Ogni bambino ha una propria individualità e un proprio carattere, quando risponde esclusivamente alle esigenze dell’adulto elude le proprie, dando così maggiore rilievo agli altri. È importante che egli impari a dare valore ai propri gesti, alla propria emotività e a ciò che sente, e che riesca a farlo naturalmente, libero da vincoli o costrizioni. Se invece questi comportamenti vengono forzati, il significato cambia. Non è più spontaneo ma è obbligato. È così che i suoi baci e i suoi abbracci vengono espressi per piacere e compiacere l’altro, in primis i genitori, magari con un senso di fastidio e imbarazzo, diventando un comportamento condizionato.
Il corpo, il contatto che avviene tramite un abbraccio, la bocca, rappresentano parti molto intime e personali.
La manifestazione di affetto deve avvenire se realmente desiderata da chi la compie, non ci deve essere una sensazione di prevaricazione dell’adulto sul bambino.
Se i bambini sono ancora piccoli è nostro compito proteggerli e insegnare loro che possono scegliere. In questo modo trasmettiamo il messaggio che nessuno è autorizzato a toccarci senza il nostro permesso. I bambini devono potersi sentire sicuri nel dire NO e poter dire NO quando qualcosa li mette a disagio, sapendo che saranno ascoltati. Ciò è fondamentale ai fini dello sviluppo di un’immagine corporea sana.
Il corpo è del bambino e solo lui può decidere. È competente nei suoi riguardi e può scegliere chi può avvicinarsi e come, senza dover sopportare cose spiacevoli per timore di non deludere gli altri.
Nota per gli adulti: non bisogna offendersi se il bambino non ci dà un bacio quando glielo chiediamo, soprattutto se è piccolo. Siamo adulti e maturi, rispettiamo semplicemente la sua volontà.